Di Lorenzo BertaniPubblicato il
Un’abitudine tipicamente italiana è di concludere il pasto con un caffè. E’ infatti opinione comune che il caffè aiuti a digerire… E questa è una di quelle occasioni in cui ciò che si dice corrisponde a verità! D’altra parte, generalizzare è sempre sbagliato, dal momento che in alcune occasioni non è ideale assumere uno o più caffè nell’arco della giornata.
La caffeina, un alcaloide naturale che è presente in grandi quantità nel caffè, è la responsabile della maggioranza degli effetti digestivi.
Tre aspetti positivi
- Induce una ipersecrezione di acido cloridrico a livello gastrico, aiutando così la funzionalità degli enzimi acido-dipendenti dell’apparato digerente. Questo è particolarmente utile nelle persone che soffrono di ipocloridria (spesso dovuta a gastrite autoimmune), che è una condizione collegata ad una riduzione della secrezione di acidi gastrici. Inoltre, stimola anche la produzione di saliva, che è molto ricca di amilasi salivare, un enzima che permette una iniziale degradazione degli amidi già in cavità gastrica.
- La caffeina è in grado di promuovere la motilità intestinale. Una review svedese ha mostrato come l’assunzione di un caffè sia in grado di stimolare l’attività motoria del colon esattamente come un pasto di 1000 kCal. E’ perciò molto utile nei pazienti con stitichezza cronica.
- L’assunzione cronica di caffè è in grado di aumentare la sensibilità delle cellule dell’organismo all’ormone insulina, favorendo un miglior controllo della glicemia. Di conseguenza, si riduce il rischio di tutti le possibili componenti della sindrome metabolica. Per questo la letteratura scientifica consiglia di assumere anche 3 caffè al giorno (ovviamente senza zucchero) nei pazienti con steatosi epatica.
L'altra faccia della medaglia
- L’ipersecrezione acida gastrica è particolarmente dannosa in tutte le patologie acido-correlate, come la malattia da reflusso gastroesofagea, le ulcere gastriche o la gastrite. Anche nei pazienti con calcolosi della colecisti il caffè può essere dannoso, perché la caffeina stimola la produzione di colecistochinina, che induce una contrazione della colecisti e in questi pazienti può indurre dolore addominale.
- Moltissime persone soffrono di sindrome dell’intestino irritabile con diarrea. Uno dei sintomi cardine sono le scariche diarroiche post-prandiali, che vengono particolarmente accentuate dall’assunzione di caffè.
- La caffeina assunta in acuto, e particolarmente dopo pasti abbondanti, ha invece dal punto di vista metabolico un effetto negativo, perché riduce la secrezione di insulina e mantiene i livelli di glicemia più alti dopo un pasto. Questo interessante studio pubblicato sull’American Journal of Nutrition ha dimostrato che l’effetto negativo è legato essenzialmente alla caffeina, confrontando pazienti che hanno assunto caffè con caffeina rispetto a quelli che hanno assunto caffè decaffeinato.
Tre vantaggi e tre svantaggi del caffè sulla digestione