Il 28/07 è la Giornata Mondiale contro le epatiti. L’epatite è l’infiammazione del fegato che causa la morte delle cellule epatiche, che si evidenzia con l’aumento in circolo degli enzimi in esse contenuti (transaminasi). Questa infiammazione può essere dovuta a cause virali, metaboliche, tossiche, genetiche o autoimmunitarie. Può inoltre avere un decorso acuto (se il danno avviene in poco tempo), o cronico (se si perpetua oltre 6 mesi). In entrambi i casi, un’epatite è una patologia seria, che può anche essere causa di morte del paziente per insufficienza epatica fulminante nelle forme acute o per evoluzione verso la cirrosi epatica e il tumore del fegato nelle forme croniche.
Le epatiti virali sono state per molti anni il principale fattore di danno epatico in Italia e lo continuano ad essere in gran parte del Mondo. Possono essere dovute a numerosi virus differenti per caratteristiche biologiche e conseguentemente per il danno epatico indotto. Infatti, mentre con l’epatite A solitamente si osserva un’epatite acuta spesso autolimitantesi, con il virus dell’epatite B o C il danno tende a cronicizzare. La campagna di vaccinazione per l’epatite B e l’avvento dei nuovi farmaci antivirali ha rivoluzionato il quadro epidemiologico di queste patologie, riuscendo a ridurre notevolmente i nuovi casi e impedendo alla malattia di evolvere verso la cirrosi epatica. Va anche detto che è possibile che altri agenti infettivi come il virus della mononucleosi o l’herpes virus possano essere responsabili dell’insorgenza di epatite, seppur meno frequentemente.
Le cause
Le cause metaboliche sono attualmente le cause più frequenti nel mondo occidentale, e consistono in un accumulo di grasso a livello delle cellule epatiche (steatosi epatica) con successiva infiammazione e morte cellulare (steato-epatite). Si associa generalmente alle altre componenti della sindrome metabolica, come l’ipertensione, l’obesità, le alterazioni di colesterolo e glicemia. L’andamento della steatosi è solitamente cronico ingravescente, con conseguente comparsa delle complicanze della malattia cronica di fegato, tra cui il carcinoma epatocellulare. Un danno analogo dal punto di vista fisiopatologico si osserva nei casi in cui il paziente faccia abuso di bevande alcoliche, con la differenza che, essendo un agente tossico diretto, si può instaurare anche in modo acuto (epatite acuta alcolica) oltre che cronicamente.
Le cause tossiche sono dovute all’ingestione di sostanze che provocano danno diretto agli epatociti. Possono essere semplici alimenti, come alcuni funghi (di cui il più famoso è l’Amanita phalloides), oppure composti chimici tipo i comuni pesticidi ed erbicidi, ma anche il tetracloroetano, un solvente utilizzato per preparare vernici e lacche. Anche i farmaci possono dare epatite tossica, dal momento che numerosissimi sono i farmaci a metabolismo epatico (molti neurolettici, ma anche l’acido clavulanico che si ritrova in un diffusissimo antibiotico, o anche l’altrettanto comune paracetamolo). Le epatiti tossiche solitamente hanno un andamento acuto, talvolta fulminante e altamente pericoloso se non trattato tempestivamente come nel caso delle epatiti da funghi velenosi.
L'epatite autoimmune
L’epatite autoimmune è una condizione meno frequente e consiste in una reazione immunologica dell’organismo verso alcune componenti endogene normalmente presenti nel fegato, che però vengono riconosciute come estranee e pertanto prese come “bersaglio” da parte del sistema immunitario. Si scatena quindi una reazione anticorpo-mediata che può insorgere acutamente come epatite severa o più frequentemente in maniera lenta e asintomatica, o anche con alternanza tra momenti di remissione e riacutizzazione. Alla fine tende ad evolvere verso una forma cronica progressiva. Si associa ad altre malattie autoimmuni, quali ad esempio la malattia celiaca, il diabete mellito o la tiroidite autoimmune.
E’ fondamentale in tutti i casi di epatite un inquadramento con una visita specialistica, coadiuvata da una valutazione ecografica.