Si parla di “gluten sensitivity” quando un paziente riferisce sintomi gastrointestinali a seguito dell’ingestione di glutine, ma non ha la malattia celiaca. Infatti, gli anticorpi anti-transglutaminasi (tipici della malattia celiaca) e il quadro endoscopico sono nella norma. Alcuni pazienti, erroneamente, pensano di essere “allergici” al glutine, ma la gluten sensitivity non è certo un’allergia, dal momento che non c’è un’alterazione delle IgE specifiche di grano e/o glutine né una positività ai prick test. D’altra parte, la correlazione estremamente stretta tra l’assunzione del glutine e l’insorgenza della sintomatologia più varia e disparata (dalla diarrea al dolore addominale, dal gonfiore alla nausea, dalla cefalea alla sonnolenza) non può che far pensare che il glutine sia comunque un fattore di innesco per lo sviluppo dei sintomi.
L’impossibilità di trovare una causa per questa sintomatologia ha per anni comportato che i pazienti con questa patologia fossero etichettati come “malati immaginari”, “stressati”, “ipocondriaci”… e presi poco sul serio da parte della classe medica. In realtà il problema della gluten sensitivity è abbastanza diffuso, visto che moltissime persone ne riferiscono i sintomi, soprattutto nella fascia di età 30-40 anni e con un rapporto maschi/femmine di 1:5.
Le basi biologiche e la terapia
Nel 2016 un gruppo di ricerca internazionale ha però dimostrato che nei pazienti con gluten sensitivity il contatto con i cereali contenenti glutine (grano, farro, orzo, segale…) innesca una risposta immunitaria acuta, seppur differente da quella che si osserva nei pazienti con malattia celiaca o allergia al grano. E’ stata quindi supposta una aumentata permeabilità intestinale nei pazienti affetti da questa malattia, con assorbimento di molecole prodotte dai batteri del microbiota intestinale e conseguente risposta immunitaria dell’organismo. Un’aumentata permeabilità intestinale è presente anche nella malattia celiaca, ma evidentemente la reazione che si innesca è diversa, sia perché probabilmente è diretta verso molecole diverse, sia perché coinvolge meccanismi immunologici diversi e non del tutto chiariti.
Ad oggi, purtroppo non è ancora chiaro il meccanismo preciso attraverso il quale si innesca questa patologia, a differenza di ciò che avviene con la celiachia. Gli studi recenti, però, hanno perlomeno permesso di riconoscere ai pazienti affetti da gluten sensitivity l’evidenza di una qualche alterazione, che dovrà essere indagata nei prossimi anni soprattutto per poter distinguere questi pazienti da quelli affetti da sindrome del colon irritabile.
Dal punto di vista del trattamento, per il momento questi pazienti vengono trattati con un regime dietetico gluten-free, con l’ausilio di un gastroenterologo e di un nutrizionista.