Ogni estate sulle spiagge e ai bordi delle piscine in giro per l’Italia si sentono sempre mamme preoccupate per la famosa “congestione” dei propri figli… Ma è un rischio reale? Quanto bisogna veramente aspettare per fare il bagno dopo mangiato?
La congestione è dovuta ad uno squilibrio della circolazione del sangue corporeo. Infatti, attraverso una serie di meccanismi ormonali e chimico-fisici il quantitativo di sangue che circola regolarmente nel nostro corpo (circa 5 litri) viene ridistribuito costantemente agli organi che ne hanno più bisogno. Per aumentare la quantità di sangue ad un determinato distretto corporeo avviene una vasodilatazione dei vasi afferenti a quel distretto, mentre ovviamente con una vasocostrizione si riduce la portata di sangue. Ad esempio, quando si fa attività sportiva, il sangue viene distribuito maggiormente ai muscoli che stiamo utilizzando per questo, e allo stesso modo quando mangiamo viene distribuito all’apparato digerente. Ovviamente, quanto più il pasto è abbondante tanto più lunga la sua digestione, impiegando quindi molto sangue per molto tempo a questo scopo.
Il circolo sanguigno tra le altre cose ha anche la funzionalità di aiutare a mantenere costante la temperatura corporea: se la temperatura corporea si riduce bruscamente, i vasi sanguigni cutanei subiscono una vasodilatazione per aumentarne la portata (alzando così la temperatura), e contestualmente avviene una rapida vasocostrizione dei vasi afferenti all’apparato digerente. Ne consegue che il processo digestivo si arresta bruscamente, e, se il sangue periferico non è sufficiente, avviene una vasocostrizione anche del sangue afferente al sistema nervoso centrale.
I sintomi della congestione sono quindi diretta conseguenza del meccanismo fisiopatologico. Il paziente avrà pallore, brividi cutanei, dolore addominale, nausea, vomito, una forte sensazione di malessere generalizzato e talvolta la sensazione di svenimento, finanche alla perdita di coscienza. Va da sé che se la perdita di coscienza avviene sott’acqua è possibile anche l’annegamento, ma la conseguenza più grave può essere uno shock cardiocircolatorio, particolarmente nelle persone con concomitanti problemi cardiologici.
I cinque consigli
Una volta compresa la fisiopatologia, è evidente che il problema non sia dovuto tanto al fare il bagno dopo mangiato, ma quanto piuttosto alla quantità di cibo ingerito e soprattutto alla rapidità con cui si entra in acqua… Pertanto si può anche fare il bagno dopo pranzo, purché si seguano questi semplici consigli:
- Mangiare lentamente e masticando bene, al fine di favorire una digestione più veloce
- Fare un pasto leggero, possibilmente seguendo i consigli sulle tempistiche di digestione che vi avevo fornito in questo post
- Evitare le bevande molto fredde, perché richiedono una quantità di sangue maggiore per “scaldare” il bolo alimentare. Le bevande gassate inoltre rallentano la digestione
- Entrare in acqua molto lentamente. Se si dà il tempo all’organismo di abituarsi gradualmente alla temperatura, il processo digestivo rallenterà ma non subirà un brusco arresto, e soprattutto non ci saranno riduzioni repentine di afflusso sanguigno al sistema nervoso centrale
- Uscire subito dall’acqua nel caso in cui compaiano i primi sintomi, solitamente la nausea e il pallore, asciugando bene la cute restando al sole, possibilmente con le gambe alzate al fine di assicurare un maggior ritorno venoso al cuore e una nuova ridistribuzione sanguigna.