Il recente week end ci ha portato decisamente nella primavera… Chi soffre di malattia da reflusso gastroesofageo spesso riporta che nei periodi di cambio di stagione il rischio di riacutizzazione dei sintomi è più alto.
Mentre la letteratura scientifica supporta chiaramente una correlazione tra i mesi invernali e il rischio di sanguinamento delle ulcere gastriche, non c’è grande evidenza scientifica in merito alla correlazione tra la riacutizzazione della malattia da reflusso gastroesofageo ed il cambio di stagione.
Una delle teorie più accreditate per spiegare questa correlazione chiama in causa la storia: infatti, storicamente nei mesi invernali si mangiava molto meno, dato che le avverse condizioni atmosferiche non favorivano la crescita delle piante che più comunemente erano alla base dell’alimentazione degli esseri umani… Di conseguenza, è verosimile che il nostro stomaco sia “settato” per produrre meno acido nei mesi invernali e “ripartire” in primavera quando le condizioni agricole erano più favorevoli per la produzione di cibo. Il mondo globalizzato che permette di mangiare i pomodori a dicembre e soprattutto la conservazione degli alimenti per lungo tempo è infatti storia molto recente, e la fisiologia umana potrebbe non aver fatto in tempo ad abituarsi.
D’altronde, la stessa cosa avviene per quanto riguarda la crescita vertiginosa degli ultimi anni dell’incidenza di obesità: le persone che vivono oggi sono figlie di quelle che nei secoli dei secoli sono state in grado di sopportare periodi di carestie e sopravvivere con poco cibo, estraendo il massimo delle calorie da quello che riuscivano ad ottenere……Ottimo fino a 50 anni fa, ma non una grande idea in un’epoca dove anche la pausa caffè propone una dose calorica con cui una volta si sfamava una famiglia a cena.
Un altro motivo che potrebbe spiegare la correlazione tra il cambio di stagione e i sintomi da reflusso è legato allo stress: le giornate si iniziano ad allungare, ed è comune la sensazione di non sentirsi riposati durante i mesi di marzo ed aprile. Meno riposo comporta livelli più alti di cortisolo (uno degli ormoni dello stress) per “performare” meglio. Uno stress maggiore causa un rallentamento dello svuotamento gastrico con un aumento del rischio di reflusso.
I rimedi
Alla luce di questo, è fondamentale un approccio alimentare adeguato evitando gli alimenti che più frequentemente causano reflusso o aumento dell’acidità gastrica. Latte e latticini fresca, cioccolato, spezie piccanti sono alcuni dei principali trigger di reflusso, così come i pasti eccessivamente abbondanti che distendono notevolmente lo stomaco e richiedono molto tempo per essere digeriti; a tale proposito, avevamo parlato di quanto tempo è necessario per digerire alcuni alimenti.
Non secondarie sono le norme comportamentali, prima fra tutte la necessità di non andare subito a dormire dopo mangiato alla sera (il che sconsiglia cene a tarda serata), così come, d’altra parte, può essere utile dormire con due cuscini e, se possibile, coricati sul lato sinistro.
Un approccio personalizzato, ad ogni modo, è sempre la cosa migliore, ma per questo è necessario approfondire caso per caso nel corso di una visita gastroenterologica.