Questo è un periodo di influenza, e le classi degli asili e delle scuole elementari sono decimate… Sempre più spesso si sente dire dai vari genitori “Il bimbo è malato, gli ho dato l’antibiotico così gli passa prima l’influenza!”
Gli antibiotici che normalmente vengono usati sono pensati per aggredire dei batteri, che nella stragrande maggioranza dei casi di febbre nel bambino non sono i responsabili della sintomatologia. Infatti, l’influenza e le sindromi parainfluenzali sono malattie virali, che quasi sempre si risolvono autonomamente con un po’ di riposo ed eventualmente del paracetamolo.
Ogni qual volta si somministra un antibiotico, i batteri che sono sensibili a quell’antibiotico, muoiono, indipendentemente dalla loro sede e funzionalità; sopravvivono solo i microrganismi naturalmente resistenti a quell’antibiotico, e una piccola quota dei batteri sensibili, che, ciclo dopo ciclo, diventano resistenti all’azione battericida dell’antibiotico stesso. Nel caso in cui uno di questi batteri diventato resistente sia un batterio potenzialmente pericoloso, grazie alla somministrazione continua di un antibiotico inutile abbiamo creato un danno, visto che in caso di infezione da parte di quel batterio, non avremo più un’arma da utilizzare. Da questo punto di vista, in Italia siamo messi molto male, dato che il nostro Paese è in vetta alla classifica per morti causate da batteri multiresistenti (più di 10 mila all’anno). Un utile approfondimento sullo sviluppo delle resistenze batteriche si può ritrovare qui.
E cosa c’entra la gastroenterologia?
Dare antibiotici frequentemente ha ovviamente una importante azione sul microbiota intestinale, cioè l’insieme dei microrganismi che si trovano all’interno del nostro intestino. Questi microrganismi sono in un equilibrio costante, in quanto competono gli uni con gli altri per i vari nutrienti che gli arrivano con l’alimentazione dell’ospite. I batteri che sono sensibili all’antibiotico somministrato ovviamente moriranno, mentre quelli che ne sono resistenti avranno più facilità di crescere, non trovando la “competizione” dei batteri morti.
Questo tipo di squilibrio è spesso una delle cause della sindrome dell’intestino irritabile nell’adulto. Il dato che però ritengo più importante, visto che oggi parliamo di bambini, è quello riportato da uno studio recente pubblicato su una delle riviste scientifiche più importanti in gastroenterologia (Gut). I ricercatori, valutando un campione di
333 353 bambini, hanno evidenziato che la somministrazione di antibiotici in età infantile è fortemente correlata con lo sviluppo di obesità. Probabilmente, l’uso continuo di antibiotici comporta una sorta di “selezione” delle popolazioni batteriche che comportano una maggiore estrazione di calorie dalla dieta.
La stessa correlazione si è vista per l’uso di farmaci anti-acidi in età infantile, ma di questo parleremo prossimamente……
Alla luce di questi importanti dati, comunque, un consiglio per i genitori è d’obbligo: non fate i dottori e affidatevi ad un medico esperto.