Un bellissimo paper pubblicato a febbraio 2024 sul British Medical Journal (una delle più importanti riviste scientifiche al mondo) ha dimostrato con la statistica ciò che è facile intuire: mangiare alimenti ultra-processati crea degli importanti danni alla salute.
Lo studio consiste in una revisione sistematica di tutti gli articoli presenti attualmente in letteratura scientifica (includendo così un totale di 9888373 pazienti!) che hanno valutato un possibile rapporto causale tra l’assunzione di cibi ultra-processati e 7 parametri di salute (mortalità, patologie mentali, cardiovascolari, respiratorie, metaboliche, oncologiche e ovviamente gastrointestinali).
L’assunzione di cibi ultra-processati è risultata fortemente associata al rischio di sviluppo di:
- malattie mentali, come il disturbo d’ansia
- malattie cardiovascolari, come l’ipertensione arteriosa e gli eventi ischemici
- malattie respiratorie, come l’asma
- malattie metaboliche, come l’obesità, la steatosi epatica e in generale la sindrome metabolica
- malattie oncologiche, come il carcinoma del colon-retto
- malattie gastrointestinali, come la malattia di Crohn
Soprattutto, lo studio ha dimostrato che c’è una stretta correlazione tra l’assunzione di alimenti ultra-processati e la mortalità per tutte le cause, con un chiaro rapporto di dose-risposta (all’aumentare della dose di cibi ultra-processati corrisponde un aumento di rischio di mortalità).
Cosa sono i cibi ultra-processati
I cibi ultra-processati sono prodotti alimentari che sono stati sottoposti a numerosi processi industriali nel corso della loro preparazione, aggiungendo solitamente additivi, aromi artificiali, emulsionanti, coloranti o conservanti. Questi sono di fatto ingredienti artificiali, creati chimicamente in laboratorio con la finalità di migliorare il sapore, la consistenza, la durata di conservazione o l’aspetto estetico degli alimenti.
Ad esempio, i coloranti artificiali vengono utilizzati per conferire un colore vivace o uniforme ai cibi, mentre gli edulcoranti artificiali vengono impiegati per sostituire lo zucchero e conferire dolcezza ai cibi senza apportare calorie. I conservanti chimici vengono aggiunti per prolungare la durata di conservazione dei cibi, mentre gli emulsionanti e gli stabilizzanti vengono utilizzati per mantenere la consistenza e la texture degli alimenti durante la produzione o lo stoccaggio. Nel corso di questi processi, la quantità di nutrienti dell’alimento decade rapidamente, aumentando sempre più la concentrazione di questi ingredienti artificiali.
Esami classici di cibi ultra-processati sono le merendine o gli snacks confezionati, le salse confezionate, gli hamburgers del supermercato, i bastoncini di pesce, i soft drinks… Praticamente, tutto ciò che è confezionato ed è già pronto per la consumazione, derivando da processi industriali che non trovano corrispondenza nella preparazione domestica degli alimenti.
E’ preoccupante notare che nel corso degli ultimi decenni il mercato di questi prodotti pronti per il consumo stia sempre più soppiantando quello degli alimenti freschi. Alla luce di questo studio, si conferma quanto sia invece consigliabile limitare il consumo dei cibi ultra-processati, preferendo invece alimenti freschi o minimamente processati, come frutta, verdura, cereali (meglio se integrali), proteine magre…