I crampi addominali, o meglio i dolori addominali crampiformi, sono sintomi estremamente frequenti, tant’è che si stima che i due terzi della popolazione in Italia ne abbiano sofferto almeno una volta nella vita. Possono essere localizzati nella parte superiore o inferiore dell’addome, e molto frequentemente sono associati ai pasti e/o all’atto defecatorio.
Il dolore è legato ad una contrazione spastica e intermittente della muscolatura liscia del tratto gastrointestinale. Infatti, tutto il tubo digerente è rivestito da due strati di muscolatura, che sono responsabili della peristalsi intestinale, cioè della progressione del cibo dalla bocca verso l’ano. La muscolatura del tratto gastrointestinale non è controllabile volontariamente, ma si contrae generalmente in risposta all’aumento della pressione interna al tubo digerente (e quindi quando all’interno del lume c’è del materiale solido, liquido o gassoso), al fine di farlo progredire. E’ anche possibile una contrazione mediata soltanto dai neuroni del sistema nervoso enterico in assenza di significativa distensione del lume, principalmente da parte dei neuroni del plesso mioenterico di Auerbach, che si trovano proprio all’interno dei due strati di muscolatura intestinale, e che sono parte del sistema nervoso autonomo, che quindi anch’esso non è controllabile volontariamente. Circa il 30% di questi neuroni ha una attività sensoriale, e sono responsabili della sensazione dolorifica che avverte il paziente con dolore addominale crampiforme.
Le cause dei dolori addominali crampiformi
I dolori addominali crampiformi possono comparire sia in presenza di malattie organiche che in presenza di disturbi funzionali (che quindi non sono associati ad alterazioni oggettivabili dell’apparato digerente).
Solitamente nel caso delle malattie organiche il dolore è associato ad una malattia infettiva, come le gastroenteriti virali o batteriche, in cui i neuroni del plesso mioenterico inducono varie contrazioni spastiche al fine di eliminare il virus o il batterio che si trova all’interno del lume, e tipicamente si associa infatti a diarrea acquosa. La stessa cosa, anche se non necessariamente associata a diarrea, si osserva in molte persone affette da appendicite o da diverticolite acuta. Allo stesso modo, anche i pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale possono avere questo tipo di dolori, perché l’infiammazione presente nel lume viene avvertita come “estranea” sebbene non sia diretta contro un agente infettivo ma direttamente contro antigeni presenti all’interno della mucosa stessa dell’intestino del paziente.
Altre volte, il dolore addominale crampiforme è espressione di una difficoltà alla progressione del cibo lungo il tratto gastrointestinale, per una substenosi o addirittura una stenosi del lume, che può essere di carattere infiammatorio (solitamente nella malattia di Crohn complicata), o anche di carattere neoplastico (più frequentemente nel carcinoma del colon-retto, ma ogni tumore del tratto digerente può indurre stenosi del lume gastrointestinale).
La maggioranza delle volte, però, i crampi addominali si osservano nelle persone affette da sindrome dell’intestino irritabile. In questo caso, non è presente alcun tipo di alterazione organica nel tratto digerente del paziente, ma quasi sempre si osserva uno squilibrio della flora batterica intestinale (disbiosi) che induce un aumento di produzione di gas, tant’è che nella stragrande maggioranza dei casi le persone affette da dolori addominali crampiformi con intestino irritabile riferiscono contestualmente intenso meteorismo. E’ anche possibile che i dolori addominali crampiformi si osservino in assenza di meteorismo, solitamente in persone affette da sindromi ansiose, depressive o comunque nei periodi di stress, tipicamente nelle donne, soprattutto nel periodo pre-mestruale; in questo caso il dolore è espressione di una attivazione diretta dei neuroni del sistema nervoso enterico.
Ovviamente, in presenza di questo sintomo la priorità assoluta è individuarne la causa, e pertanto è molto importante che questo tipo di sintomo venga discusso con il proprio medico di famiglia o con un gastroenterologo. E’ anche possibile che sia necessaria una valutazione in pronto soccorso, se il dolore ha caratteristiche iperacute, oppure nel caso in cui si accompagni ad alvo chiuso alle feci e ai gas (soprattutto se con vomito), così come se l’addome è teso e sensibile al tatto, e soprattutto in situazioni particolari, tipo la gravidanza o dopo un trauma.