E’ iniziata l’estate e chi è già andato sulle spiagge avrà notato un aumento notevole del numero di bambini in sovrappeso se non addirittura obesi.
Un bambino obeso è un bambino che è fortemente a rischio di sviluppare le manifestazioni della sindrome metabolica in età molto più precoce: quindi, potrebbe avere il diabete, la steatosi epatica o addirittura l’infarto cardiaco prima dei 40 anni.
E’ ovvio che la causa principale di un’obesità infantile è da ricercare in un ridotto consumo dei grassi (vita più sedentaria rispetto ai coetanei di qualche generazione fa), ma anche le abitudini alimentari sono radicalmente cambiate, purtroppo in peggio, negli ultimi anni.
I bambini non sono mai stati dei grandi amanti delle verdure, sebbene sia risaputo come queste apportino vitamine e sali minerali essenziali per la crescita. Se presentate nella maniera giusta (magari sotto “mentite spoglie” come una polpetta o mischiate in una omelette), comunque, è possibile convincere i bambini a mangiare un quantitativo di verdure accettabile.
Ciò che invece è cambiato negli ultimi anni è il diverso tipo di carboidrati che i nostri figli mangiano: si fa sempre più uso di farine raffinate, prodotti industriali, merendine e cibo da fast-food, che contengono generalmente un enorme quantitativo di grassi e grano di pessima qualità, caratterizzato da un altissimo indice glicemico. L’indice glicemico è la velocità con cui aumenta la glicemia (la quantità di zucchero nel sangue) a seguito dell’ingestione di un alimento: più è alto, più è necessaria una alta quantità di insulina per normalizzare la glicemia. Con il tempo, questi picchi continui di glicemia ed insulina inducono l’obesità e la sindrome metabolica.
Quello che è sorprendente è che anche l’utilizzo di alcuni farmaci in età pediatrica sembra essere correlato con il rischio di obesità infantile: in un recentissimo studio americano condotto su 333353 bambini, è stato dimostrato come un utilizzo di antibiotici nei primi 2 anni di vita sia correlato ad un rischio di sviluppo di obesità in età infantile. Inoltre, anche un uso di farmaci antiacidi come gli inibitori di pompa protonica per più di 30 giorni era correlabile con lo sviluppo di obesità.
Di conseguenza, vorrei dare qualche consiglio di cuore a tutti i lettori con figli piccoli: cercate di far muovere il più possibile i vostri figli, dandogli da mangiare un quantitativo ridotto di carboidrati, soprattutto se raffinati, e ancor più ridotto di dolci o merendine. E se il bimbo ha la tosse, prima di dargli l’antibiotico consultate un pediatra! E se piange di notte, non è detto che sia sempre il reflusso, per cui valutate bene col vostro pediatra tutte le possibili cause prima di somministrare un farmaco antiacido…